Martedì 10 aprile, ore 17:00
Sala conferenze della Biblioteca Statale “S. Crise”, Largo Papa Giovanni XXIII n.6
Incontro con il prof. Claudio Cressati ed il prof. Mitja Gialuz
A cura del dott. Thomas Jansen
L’ingarbugliata vicenda catalana lascia intravvedere diversi malintesi, a partire dalla richiesta di un intervento diretto dell’Ue, inopportuno sul piano politico e impossibile su quello istituzionale. Del resto la Spagna, il cui governo non è esente da errori, difende la Costituzione e l’unità nazionale. Comunque si pone un problema di ordine continentale
Come dovrebbe mediare l’Europa tra il governo spagnolo, che rifiuta la mediazione poiché si tratta di un affare interno della Spagna, e i separatisti catalani, che non ne vogliono sapere di una mediazione su base costituzionale?
L’Ue dovrebbe portare gli spagnoli e/o i catalani alla ragionevolezza? Quale organismo dovrebbe occuparsene? Su quale base giuridica e con quali strumenti? Certo, oltre a una Unione di Stati, come è fin dall’inizio e continuerà a essere, l’Unione europea sta diventando sempre più anche una “unione di cittadini”, ma per ora solo nella misura in cui i cittadini sono direttamente chiamati in causa dal diritto e dall’azione dell’Unione e partecipano al processo legislativo attraverso il Parlamento europeo.
Se i separatisti in Catalogna affermassero di essere cittadini dell’Unione europea, e quindi di avere diritto di chiedere la mediazione e la protezione contro le decisioni del governo spagnolo, ignorerebbero il fatto di essere cittadini dell’Unione solo in quanto cittadini della Spagna, Stato membro dell’Ue. Del resto i membri catalani del Comitato europeo delle Regioni fanno parte della delegazione spagnola e rappresentano la Catalogna come regione della Spagna.
L’esempio catalano indica un problema generale dell’organizzazione degli Stati moderni che, a causa della loro varietà regionale, non possono essere adeguatamente gestiti da un potere centrale e la cui unità non può più essere garantita dalla sola autorità centrale. Ciò è particolarmente vero per gli Stati con regioni che hanno una propria forte identità storica e culturale. Come si vede anche nel Regno Unito, in Italia e in Francia, non basta una regionalizzazione coniugata alla possibilità di un’amministrazione autonoma. Solo una riorganizzazione nel senso del federalismo garantirà agli Stati ancora centralizzati la flessibilità interna e l’unità che invece rischiano di andare perse se si resta ancorati a un centralismo obsoleto.
Relatori:
Professore Claudio Cressati insegna Storia delle dottrine politiche all’ Università di Udine, Presidente dell’Accademia europeista del Friuli Venezia Giulia, Gorizia
Professore Mitja Gialuz. Nato a Trieste nel 1975. Laureato con lode in giurisprudenza. Dal 2014 è professore associato di Procedura penale e Direttore Vicario del Dipartimento di Scienze Giuridiche, del Linguaggio, dell’Interpretazione e della Traduzione dell’Università di Trieste. È autore di più di cento pubblicazioni in materia di giustizia penale, tra le quali si segnalano tre monografie su “La giustizia penale consensuale” (2004), “Il ricorso straordinario per cassazione” (2005) e “L’assistenza linguistica nel processo penale” (2018), nonché della prima traduzione in lingua inglese del codice di procedura penale italiano (2014). Dal 2006 al 2016 è stato membro esperto del Tribunale di Sorveglianza di Trieste. Componente del consiglio generale della Fondazione CrTrieste, dal febbraio 2014 è presidente della Società Velica di Barcola e Grignano, premiata nel 2015 come miglior club velico d’Italia. Dall’aprile 2017, è vice presidente della neo-costituita Barcolana Srl. Dal novembre 2017 è presidente della Commissione Onesti, per effetto di nomina da parte del Ministro dello Sport. Pratica lo sport della vela a livello agonistico: è stato più volte vincitore del Giro d’Italia a vela, di titoli italiani e del campionato mondiale juniores 470 nel 1993. Nell’ottobre 2016 ha vinto il primo campionato italiano per club, a bordo dell’imbarcazione che issava il guidone della SVBG.
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