Martedì 27 Ottobre 2020 - ore 17.00
Webinar su piattaforma ZOOM
Incontro con la dott.ssa Roberta Situlin
A cura del prof. Maurizio De Vanna
Il principato ecclesiastico patriarcale di Aquileia ebbe origine nel 1077 con la concessione dell’investitura feudale di Duca del Friuli al patriarca di Aquileia Sigerardo di Beisltein da parte dell’imperatore del Sacro Romano Impero, Enrico IV. Si trattò di un atto di riconoscenza per l’aiuto che il patriarca aveva fornito all’imperatore, dopo il perdono papale, nel suo rientro in patria, ostacolato dalla ribellione dei nobili tedeschi. L’elenco dei patriarchi che si sono succeduti nel ruolo di feudatari dell’impero mostra una lunga successione di prelati di origine tedesca che termina con la conquista del Friuli da parte di Venezia nel 1420. Quali furono le influenze del periodo del principato sulla cucina del Friuli e quali i cambiamenti introdotti dal dominio veneziano? I limitati documenti specifici sull’argomento permettono di fare soprattutto delle supposizioni. Nel basso medioevo il modello culinario non doveva differenziarsi molto da quello di altri paesi d’Europa, pur includendo alcuni elementi diversificati dovuti alle realtà locali. La cucina si fondava infatti su molti aspetti culturalmente condivisi. Tra questi, la stretta relazione tra cibo e salute, secondo le correnti teorie mediche degli umori, i numerosi contatti con altre realtà culinarie mediati attraverso le dominazioni arabe, francesi, spagnole, imperiali, ecc., la partecipazione di diversi paesi alle crociate, i fitti commerci tra Oriente e Occidente, che permisero scambi di prodotti e di idee, ed ancora i precetti religiosi comuni sul comportamento alimentare. Il primo patriarca sotto dominio veneziano fu il cardinale Ludovico Scarampi Mezzarotta, soprannominato Lucullo per la sua passione smodata per il cibo. Assunse al suo servizio, nel periodo 1450-1465, un cuoco d’eccezione, quale fu il Maestro Martino da Como, esperto in molte cucine ed innovatore in senso rinascimentale rispetto alle preparazioni del medioevo, Martino avrebbe appreso in Friuli la ricetta del frico, ad oggi importante piatto simbolo del territorio, descritta nel suo Libro de Arte Coquinaria. I tempi stavano cambiando anche per Venezia costretta ad indirizzare gli investimenti economici (e la cucina), verso i domini di terra.
Roberta Situlin - Dopo la laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Trieste, si è specializzata in Nefrologia (sempre a Trieste), in Scienza dell’Alimentazione (a Padova) e in Psicoterapia cognitivo comportamentale (a Verona). Nel ruolo di ricercatore presso l’Istituto di Clinica Medica, dell’Università di Trieste, dapprima con il Prof. Guarnieri e poi con il Prof. Biolo, si è dedicata soprattutto allo studio di problemi metabolici e nutrizionali in diversi ambiti, tra questi, la malnutrizione ospedaliera, che si sviluppa in soggetti con patologie acute e croniche, l’obesità, sempre più diffusa nella popolazione, e i Disturbi del Comportamento alimentare (anoressia e bulimia nervosa e i binge eating disorders (responsabili di forme di obesità anche grave). Ha partecipato inoltre a studi epidemiologici sui fattori di rischio di malattia legati allo stile di vita (alimentazione e attività fisica) con la valutazione di popolazioni così dette isolate del FVG (geneticamente più uniformi, tra cui gli abitanti di Resia o Sauris), di popolazioni del pordenonese e di anziani di Trieste. La ricerca più recente cui ha partecipato, denominata Nutriss, proposta e guidata dal professor Gianni Biolo dell’Università di Trieste, in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana, ha avuto come obiettivo di seguire l’alimentazione e la composizione corporea dell’astronauta Luca Parmitano, durante la sua missione (luglio 2019/febbraio 2020) nella Stazione Spaziale Internazionale, in condizioni di microgravità, in modo da evitare aumenti del rapporto tra massa grassa e massa magra. Ha svolto per anni attività clinica negli ambulatori di terapia dell’obesità e dei disturbi alimentari Anche l’impegno didattico presso l’Università di Trieste (che continua ancora) ha riguardato l’alimentazione e i suoi problemi. Dalla nutrizione scientifica alla passione per la storia e la cultura alimentare il passo è stato breve. In quest’ambito ha partecipato, con l’Università di Milano, a un programma educativo, parte di Expo 2015, che ha messo in relazione cultura nutrizionale e opere di Shakespeare, ha inoltre prodotto alcuni spettacoli di teatro divulgativo scientifico, guidato cineforum sul cibo e percorsi di educazione nelle Scuole e partecipato a attività divulgative per la popolazione generale. È segretario e past-president dell’ADI (Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica, del FVG.