Martedì 9 novembre 2021 - ore 17.30
Videoconferenza su piattaforma Anackino
Incontro con la prof.ssa Laura Marino
A cura della prof.ssa Cristina Benussi
Il celebre neologismo dantesco trasumanar (Par. I 70), lemma che sigilla l’ingresso del protagonista nel regno celeste, si presta alla funzione di perno lessicale per tentare una comparazione tra il tempo di Dante e la contemporaneità. Nello specifico, avanzeremo l’ipotesi di una relazione possibile, intessuta certamente di somiglianze e difformità, tra il pattern filosofico-morale dantesco e la struttura ideologica presente nel movimento odierno del Transumanesimo. Il terreno su cui si gioca questa partita comparativa sarà il rapporto tra l’anima (o la mente) e il corpo dell’uomo all’interno di fantasie o proiezioni a carattere utopistico: il viaggio di Dante è l’itinerario di un uomo verso la beatitudine, ovvero l’attualizzazione della natura umana nella sua forma perfetta e perfettamente felice, mentre il Transumanesimo è una fantasia utopistica che proietta gli sviluppi della moderna tecnologia sul perfezionamento di ciò che nella natura umana risulta manchevole e deprivato. Come vedremo attraverso la lettura di alcuni segmenti testuali, le questioni da cui muovono la Commedia e i manifesti del Transumanesimo sono i medesimi: il peso del corpo (come materia che patisce il limite intrinseco del tempo e dello spazio) nell’autopercezione, la tensione ad ampliare le capacità cognitive naturali, il desiderio di contrastare i mali morali della comunità umana, il raggiungimento (o il desiderio di raggiungere) una condizione di felicità e perfetta attualizzazione delle potenzialità della natura umana.
Tuttavia, gli esiti dei due modelli utopistici risulteranno difformi nei mezzi e negli obiettivi che intendono raggiungere.
Questo percorso comparatistico permetterà di individuare, nella continuità tra le epoche, alcuni aspetti universali di problematicità dell’esperienza umana e, nel contrasto tra il presente e il sistema dantesco, solleverà una riflessione etica sui modelli risolutivi del mondo contemporaneo.
Laura Marino (Roma, 1986) è docente di italiano e latino e sta conseguendo un dottorato in “Studi storico-letterari, filologici e linguistici italiani ed europei” presso l’Università di Cassino e del Lazio meridionale. Si occupa di letteratura mediolatina e volgare medievale, ragionando in special modo sulla rappresentazione poetica dei modelli filosofici e teologici che la sostengono. Come traduttrice, lavora a quattro mani con il marito Lorenzo Carlucci, con cui ha curato la pubblicazione della prima traduzione italiana del poema mediolatino Architrenius (Carocci, 2019). Autrice di diversi articoli su riviste scientifiche, in poesia ha pubblicato la plaquette Trilogie antihegeliane (Camera Verde, 2014
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