Martedì 24 ottobre 2023, ore 17.00
Biblioteca Statale “Stelio Crise”, L.go Papa Giovanni XXIII n. 6
Conferenza del prof. Maurizio De Vanna, direttore della Sezione di Medicina del CCA
Abstract
Accanto alle classiche Dipendenze da uso di sostanze come oppiacei, cocaina, amfetamine, tranquillanti e alcol, nella seconda metà del secolo scorso sono comparse altre forme di Dipendenza legate alla ripetizione incontrollata di attività di per sé socialmente accettate, come ad esempio gioco, shopping, sesso, tv, relazioni affettive, lavoro, esercizio fisico. Negli ultimi anni, il sempre più veloce progresso scientifico ha prodotto altre forme di Dipendenza, connesse all’innovazione tecnologica e alla spinta della società verso una gratificazione immediata: la Dipendenza da Internet, da Social Network e quella da cellulare (smartphone). In realtà, le addiction classiche non sono mai tramontate: il consumo di droga e alcool negli ultimi anni si è esteso a fasce sempre più giovani di popolazione, i cosiddetti nativi digitali o appartenenti alla generazione Zeta, che hanno fatto del loro smartphone un compagno insostituibile, da utilizzare anche per molte ore al giorno.
Una delle forme di Dipendenza tecnologica più diffuse è la cosiddetta Internet Addiction Disorder caratterizzata dal dispendio di grande quantità di tempo in attività correlate alla rete e marcata riduzione d’interesse per altre attività; inoltre si assiste all’impossibilità di interrompere o tenere sotto controllo l’uso di Internet per lo sviluppo di astinenza e di tolleranza, che consiste nel bisogno di trascorrere un tempo sempre maggiore in rete per ottenere soddisfazione. Nell’Internet Addiction si distinguono il gambling on line, il Cyber sex, la visione compulsiva di video, i giochi on line, lo shopping compulsivo in rete.
Un’altra forma di Dipendenza riguarda il continuo ricorso ai social network quali TikTok, Facebook, Instagram per cercare di soddisfare il bisogno di passare molto tempo in rete al fine di instaurare relazioni amicali e/o sentimentali. Ne consegue la perdita di interesse nei confronti delle relazioni amicali e/o sentimentali reali, oltre a tentativi ripetuti e falliti di controllare, ridurre o interrompere il protrarsi degli scambi online.
La conoscenza dei rischi connessi alle nuove forme di Dipendenza comportamentale aiuta a suggerire strategie di prevenzione e, nei casi estremi, di cura delle patologie correlate. In particolare i genitori e gli insegnanti possono insegnare modalità di utilizzo dei social media che risultino di effettiva utilità per bambini e adolescenti che sono sicuramente i soggetti maggiormente vulnerabili a fenomeni di influenzamento patogeno. A dire il vero anche i cosiddetti immigrati digitali non sono esenti dal rischio di rimanere invischiati nella rete, per cui è auspicabile approfondire l’argomento includendo, negli studi in merito, anche gli adulti.
Maurizio De Vanna - Nato a Venezia il 9/6/1947, ha frequentato le Elementari a Padova. Dalla prima Media al Dante Alighieri di Trieste dove ha conseguito la Maturità Classica. Sempre nella nostra città si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1972 con il massimo dei voti, specializzandosi poi in Psichiatria ed in Medicina Legale e delle Assicurazioni. Assistente Universitario dal 1/12/1972 ed Aiuto Universitario di ruolo dal 1/12/1976.
Dal 1982 al 1 marzo 2013 è stato Professore Associato, prima di Igiene Mentale e poi di Psichiatria. Dal 2008 al 1 marzo 2013 è stato Direttore della Clinica Psichiatrica e della Scuola di Specializzazione in Psichiatria presso l’Università di Trieste. In quiescenza per anzianità, continua ad esercitare la libera professione a Trieste e a Palmanova.
Attività didattica. Nell’ambito del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia ha insegnato nel C.I. di Psichiatria e Psicologia Medica. E’ stato docente di Neuropsichiatria nel D.U. per Infermiere e nel D.U. per Fisioterapisti. Ha insegnato nelle Scuole di Specializzazione in Psichiatria, Neurologia, Ostetricia e Ginecologia, Fisioterapia, Igiene, Medicina Legale e delle Assicurazioni.
L’attività scientifica è caratterizzata da un indirizzo prevalentemente psicopatologico, clinico e sociale e si è concretizzata in oltre 300 pubblicazioni a stampa e tre monografie rispettivamente sul sonno, l’alcolismo e le demenze.
È Direttore scientifico della Società Italiana per la Formazione in Psichiatria (SIFIP).
Entrata libera fino ad esaurimento dei posti disponibili in sala