Martedì 21 maggio 2024, ore 17.00
Biblioteca Statale “Stelio Crise”, L.go Papa Giovanni XXIII n. 6
Conferenza del prof. Giovanni Biggio
A cura del prof. Maurizio De Vanna, direttore della Sezione Medicina del CCA
Abstract
L’insonnia è un elevato fattore di rischio per patologie mentali e mediche. Nel periodo 2014 – 2020 i disturbi del sonno, soprattutto nella fascia di età giovanile, e il conseguente consumo territoriale degli ipnotici sedativi, hanno avuto un incremento medio annuale del 2,5% e un incremento di ben oltre il 10% nel periodo post COVID. Fenomeno particolarmente presente negli adolescenti, che usano eccessivamente internet nelle ore notturne, la deprivazione di sonno in questi ultimi 15 anni è diventata una condizione devastante per il benessere psicofisico dei giovani. Il drammatico numero dei suicidi (quadruplicati tra il 1999 e il 2020) nella popolazione giovanile (12 – 18 anni) dimostra in modo inequivocabile la stretta correlazione tra eccesivo uso degli smartphone, deprivazione di sonno e totale perdita di autostima con ridotto benessere psicologico.
La scoperta che le straordinarie modificazioni funzionali e strutturali dei neuroni in differenti condizioni fisiologiche, patologiche e farmacologiche - incluso il ciclo sonno-veglia, così come durante le fasi di sonno NREM e REM - sono la conseguenza delle altrettanto stupefacenti capacità dei nostri geni di modificare in modo stabile, attraverso meccanismi evolutivi la loro rigida struttura (fattori genetici) e, in tempo reale, la loro funzione (fattori epigenetici) in relazione a stili di vita più o meno adeguati a ottenere un “buon sonno” e una ottimale performance cognitiva - hanno permesso in questi ultimi venti anni di comprendere che la plasticità neuronale è una condizione cruciale per ottenere una ottimale salute mentale e un buon pattern di sonno ristoratore.
L’associazione tra gli spettacolari progressi delle conoscenze sulle basi neurobiologiche del sonno e dell’eziopatogenesi delle patologie mentali, rappresenta uno straordinario valore aggiunto che ha permesso di ottimizzare le terapie psicofarmacologiche ottenendo così una migliore aderenza alla terapia e una migliore efficacia. Infatti, soprattutto in questo periodo “post COVID” il richiamo ai giovani a avere corretti stili di vita e il trattamento precoce dei disturbi del ritmo circadiano e del pattern del sonno rappresentano un fattore imprescindibile per garantire la funzione curativa del sonno e uno sviluppo cerebrale fisiologico.
Giovanni Biggio - Professore Emerito di Neuropsicofarmacologia presso l’Università degli Studi di Cagliari, già Professore Ordinario nella stessa Università, membro dell’American College of Neuropsychopharmacology (ACNP), è stato Presidente della Società Italiana di Farmacologia, della Società Italiana di Neuropsicofarmacologia, dell’Italian Brain Council e componente del Consiglio Superiore di Sanità.
Dal 1974 lavora a livello sperimentale sul meccanismo d’azione dei farmaci ansiolitici-sedativo-ipnotici sulla plasticità neuronale indotta dagli antidepressivi e antipsicotici atipici e sui meccanismi fisiologici e farmacologici di modulazione della sfera emozionale ed affettiva. E’ autore di oltre 400 pubblicazioni su autorevoli riviste scientifiche (Science, Nature, Proc. Natl. Acad. Sci. - USA) ed è considerato uno dei più autorevoli esperti nel meccanismo d’azione degli psicofarmaci.
Entrata libera fino ad esaurimento dei posti disponibili in sala